Possono essere piantate in vaso, in balcone, in terrazzo o in casa, per avere sempre a portata di mano i preziosi frutti. Per farlo, è necessario qualche accorgimento. Vediamo come fare.
Z come Zafferano
Il colore inconfondibile delle tonache dei monaci buddisti deriva dagli stimmi dello zafferano.
I Romani lo usavano come profumo, cospargendo i bagni e gli atri. Nel medioevo veniva usato nelle cucine dei nobili, proprio per il suo essere simbolo di ricchezza, dato il suo costo elevatissimo.
Lo zafferano si presenta con un bulbo carnoso e un fiore dal colore che varia dal lilla chiaro al viola purpureo.
La pianta è alta circa 10 cm e può essere facilmente invasata. I fiori, una volta aperti, a differenza dagli altri crochi, non si richiudono.
La stagione più adatta per piantare i bulbi è la primavera, mentre la fioritura e la raccolta dei filamenti avvengono tra ottobre e novembre. Un bulbo adatto per essere piantato ha più o meno la grandezza di uno spicchio d’aglio.
Il terreno più adatto alla coltura è argilloso o siliceo e deve avere un ottimo drenaggio.
Lo zafferano non teme il gelo, ma ama il sole e non si sviluppa bene in zone umide e nebbiose.
Un anno dopo l’impianto il bulbo deve essere estratto dal terreno per essere liberato dai bulbi laterali che si sono formati e che possono a loro volta essere messi a dimora, ovvero interrati.
I fiori, dai quali si ricavano i preziosi stimmi, si raccolgono nelle prime ore del mattino o alla sera (quando sono più chiusi).
Successivamente si staccano a mano i tre filamenti all’interno del fiore, con delicatezza: uno solo dei tre stimmi è quello buono, gli altri due sono detti “femminelle” e non hanno alcun sapore o profumo.
Prima dell’uso gli stimmi devono essere seccati al sole o su un braciere o in un piccolo forno.
Per ottenere 1 kg di zafferano occorrono più di 150.000 fiori, ed è per questo che lo zafferano è la spezia più cara del mondo.
Z come Zenzero
Della stessa famiglia del cardamomo, lo zenzero viene utilizzato in Oriente da millenni, per aromatizzare e insaporire i cibi e come rimedio medicamentoso.
La pianta si presenta con foglie lunghe e fiori gialli o purpurei ed è alta circa un metro.
Direttamente dalla radice, emette uno stelo simile alla canna da zucchero, con foglie strette a forma di lancia.
Non produce frutto e infatti in coltivazione viene riprodotta separando parti della radice sotterranea, o rizoma, a forma di tubero, che è anche la parte che si utilizza in cucina e in erboristeria.
La pianta si coltiva bene in casa, avendo cura di procurarsi una radice fresca, e invasandola negli ultimi giorni d’inverno. All’esterno, alla nostra latitudine, non riesce ad attecchire.
E’ preferibile utilizzare un vaso in coccio, largo e profondo, da circa 10-15 litri, ponendo la radice al centro e in profondità ricoperta con terriccio universale.
L’innaffiatura deve essere regolare evitando ristagni di acqua nel sottovaso. Il vaso va esposto in zona soleggiata, ma non alla luce diretta.
E’ bene evitare la concimazione chimica se si vuole utilizzare lo zenzero come ingrediente gastronomico casalingo.
Quando dal vaso emerge un tratto di tubero lignificato (nel periodo invernale) è il momento di dissotterrare la radice avendo l’accortezza di lasciarne un pezzo a disposizione da rinvasare successivamente per ottenere una nuova piantina.
Lo zenzero si raccoglie sollevando i rizomi dal terreno, lavandoli e lasciandoli seccare al sole per circa otto giorni.
Una volta essiccato lo zenzero ha forma irregolare e il suo colore può variare dal giallo scuro al marrone chiaro.
In India e nel Sud-Est asiatico, è usato insieme al curry come condimento per molte ricette.
Nei paesi anglosassoni viene utilizzato nella preparazione di birre o di altre bevande fermentate, come ad esempio il ginger ale, oppure nella preparazione di dolci e biscotti