Vi sono giochi che pur essendo caduti in disuso, sorpassati magari dal sempre più diffuso Tresette, continuano ad esser giocati con grande soddisfazione da un ridotto manipolo di appassionati, che ne apprezzano la portata tradizionale e continuano a tramandarli. Uno di questi è la Maniglia, che si gioca nel napoletano. Vediamo come.
La Maniglia, si gioca con un mazzo di carte napoletane o piacentine da quaranta esemplari. Lo si può giocare uno contro uno oppure in coppie dirimpettaie. La gerarchia delle carte è la seguente: la carta di maggior valore è il sette, segue l’asso, il re, il cavallo, il fante, il sei, il cinque, il quattro e il due. Il mazziere è quello che pesca la carta più alta dal mazzo. Il valore è invece di cinque punti per il sette, quattro punti per l’asso, tre punti per il re, un punto per il fante, zero per le altre.
Il mazziere distribuisce le carte, dieci a testa, ad ognuno dei giocatori. L’ultima carta scoperta, è il seme di briscola e il valore della carta scoperta è di competenza del mazziere. Se si gioca in coppie, si fa la dichiarazione: Trionfare è ammessa quando si hanno quattro o più briscole e invita il compagno di mano ad attaccare con briscola, Maniglissima offre la possibilità di calare una carta che prende comunque e dà la possibilità al compagno di scartare carte di valore in pericolo, Scappottare è l’invito al compagno a realizzare punti per impedire agli avversari di vincere.
Se la dichiarazione è erronea, si invalida la partita. La partita comincia quando il giocatore di turno cala la prima carta, cui rispondono gli altri in senso antiorario. C’è obbligo di rispondere e di superare la carta giocata, anche qualora la più alta sia del compagno. Se non si può rispondere, si deve giocare briscola. Se gli avversari calano briscola, è obbligatorio calare una briscola superiore alla precedente. Incassa la presa il giocatore che ha calato la carta più alta. Chi prende cala la prima carta della presa successiva.
Il mazzo è di 70 punti, in quanto al valore delle carte, va aggiunto un punto ogni quattro carte prese. Alla fine della smazzata, chi ha fatto 35 o più punti, deve sottrarre dai suoi punti quelli incassati dall’avversario calcolando la differenza a suo favore, mentre chi fa meno di 35 punti prende zero. La partita va giocata sino alla fine, senza potersi chiamare fuori.